24 gennaio 2021

Il "Formulario di Matematica" di Giuseppe Peano

Così scriveva Giuseppe Peano a Giovanni Vacca il 24 aprile 1910:

Io abbandono l'insegnamento superiore, contro la mia volontà e con dolore. Ho fatto tutte le mie lezioni, procurando di interessare gli allievi, che si sono effettivamente interessati. Ho procurato di vivere d'accordo coi colleghi, da cui dipendo. Ma questi vogliono che io abbandoni i simboli, che non parli più del Formulario e altro ancora. Rifiutai ogni conferma in tali condizioni. Facevo quel corso per piacere e non per interesse. Così è finita. Difficilmente farò ancora uscire un volume della Rivista. Ho lavorato abbastanza, ed ho il diritto di riposare, tanto più che i colleghi ritengono le mie teorie pericolose. La difesa del Formulario la faccia chi vuole. Del resto esso è un libro già abbastanza noto, e non muore più. Può essere che io dedichi questi ultimi anni all'interlingua o al giardinaggio.
 
Il Formulario non è morto, ma non è che se la sia passata proprio bene. Però, stai tranquillo Giuseppe: la difesa del Formulario la faccio io. Come chi sono? Hai detto che la difesa del Formulario la può fare chi vuole, ti tocca accontentarti di me. Sì, sarebbe stato bello vedere una nuova edizione pubblicata da una casa editrice importante e curata da qualche stimato professore, ma purtroppo non è andata così. Io ci ho provato, davvero! Credi che non mi sarebbe piaciuto, Giuseppe?
Ora, non lo so se "la violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci", non so neppure se "il patriottismo è l'ultimo rifugio delle canaglie", ma di sicuro so che il blog è l'ultimo rifugio degli autori scarsi. E così, caro Giuseppe, ti devi accontentare di questo blog.
Ciao, Giuseppe, per me il numero 1.