21 aprile 2021

Come scrivere un linguaggio interpretato in Java

La tecnologia dei linguaggi di programmazione è molto importante: spesso permette di semplificare l'uso di un programma in maniera stupefacente.

E allora perché succede raramente che qualcuno accompagni un suo programma con un opportuno linguaggio ad hoc?

Semplice: perché è difficile; è difficile la teoria ed è difficile la pratica.

Certo, di solito all'università si dà l'esame di "Linguaggi e compilatori", però non è detto che si riesca a fare proprio quello che si è studiato.

Io, per esempio, ho svolto un progetto e ho dato l'esame, ma non ho compreso veramente quello che avevo studiato. Comunque non è mai troppo tardi: per tutta una serie di motivi, mi sono riavvicinato alla materia e ho voluto toccarla con mano, dove "toccare con mano" per me, purtroppo o per fortuna, significa "programmare in Java".

Di seguito si può scaricare il risultato dei miei sforzi, teoria (cioè file pdf) e pratica (cioè file jacc e java).

Documentazione

Codice 

24 gennaio 2021

Il "Formulario di Matematica" di Giuseppe Peano

Così scriveva Giuseppe Peano a Giovanni Vacca il 24 aprile 1910:

Io abbandono l'insegnamento superiore, contro la mia volontà e con dolore. Ho fatto tutte le mie lezioni, procurando di interessare gli allievi, che si sono effettivamente interessati. Ho procurato di vivere d'accordo coi colleghi, da cui dipendo. Ma questi vogliono che io abbandoni i simboli, che non parli più del Formulario e altro ancora. Rifiutai ogni conferma in tali condizioni. Facevo quel corso per piacere e non per interesse. Così è finita. Difficilmente farò ancora uscire un volume della Rivista. Ho lavorato abbastanza, ed ho il diritto di riposare, tanto più che i colleghi ritengono le mie teorie pericolose. La difesa del Formulario la faccia chi vuole. Del resto esso è un libro già abbastanza noto, e non muore più. Può essere che io dedichi questi ultimi anni all'interlingua o al giardinaggio.
 
Il Formulario non è morto, ma non è che se la sia passata proprio bene. Però, stai tranquillo Giuseppe: la difesa del Formulario la faccio io. Come chi sono? Hai detto che la difesa del Formulario la può fare chi vuole, ti tocca accontentarti di me. Sì, sarebbe stato bello vedere una nuova edizione pubblicata da una casa editrice importante e curata da qualche stimato professore, ma purtroppo non è andata così. Io ci ho provato, davvero! Credi che non mi sarebbe piaciuto, Giuseppe?
Ora, non lo so se "la violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci", non so neppure se "il patriottismo è l'ultimo rifugio delle canaglie", ma di sicuro so che il blog è l'ultimo rifugio degli autori scarsi. E così, caro Giuseppe, ti devi accontentare di questo blog.
Ciao, Giuseppe, per me il numero 1.
 
 

11 ottobre 2020

L'economia secondo Claudio Borghi Aquilini

Partiamo dall'inizio: fin da quando ero al liceo io ho provato a capire il funzionamento dell'economia; però, in realtà, quello che cercavo di capire era il funzionamento del mondo e ci ho messo molto a comprendere che lo studio del funzionamento del mondo si trovava nei corsi di economia. Detto altrimenti, quello che tutti chiamano "economia", altro non è che "studio del funzionamento del mondo".

La parola "economia" mi ha confuso. Io pensavo che ad Economia ci fossero delle verità circoscritte, contabili, riconosciute da tutti. Invece no: gli studiosi di economia si occupano di tutto e sono in conflitto su tutto. Ora, se fossi stato un po' più sveglio, avrei dovuto capirlo fin dai tempi delle lezioni di filosofia del liceo che Karl Marx e Adam Smith non erano esattamente la stessa cosa, però la mia ingenuità ottimistica mi faceva pensare che quelli erano dei vecchi filosofi polverosi, mentre nei corsi universitari di Economia si trovava roba solida, concreta, ragionieristica. Niente di più falso; se lo avessi capito, con ogni probabilità mi sarei iscritto ad Economia, invece di iscrivermi ad Informatica. Comunque, anche in mezzo ai computer e ai testi di logica, io ho continuato ad interrogarmi sul funzionamento del mondo: ho seguito i dibattiti televisivi dei politici, ho letto giornali, ho navigato su internet, ho riflettuto. A posteriori, devo ammettere di aver pensato un sacco di castronerie. Nonostante questo, un pochino mi autogiustifico: i professori veri, quelli che spiegano le cose in maniera corretta e semplice, sono molto pochi. C'è chi è bravo a spiegare, ma dice un sacco di boiate, c'è chi sa un sacco di cose, ma mente volutamente, c'è chi non capisce una mazza e spiega peggio.

Claudio Borghi rientra nella categoria dei professori veri. Ora, come faccio a sapere che dice cose giuste, se prima di sentire lui non sapevo quali fossero le cose giuste? Perché, tra tutti quelli che ho sentito, è quello che più dà una visione del mondo coerente con i fatti che conosco io.

Durante l'agosto del 2020 Borghi ha tenuto un corso online, un corso che avrei voluto seguire 25 anni fa (al netto dei discorsi sull'Euro); così, per tutti quelli come me che sono curiosi sull'economia (cioè sul funzionamento del mondo), ho pensato che fosse una cosa utile mettere le lezioni sotto forma di libro. La trascrizione non è completamente letterale: ho effettuato delle leggere modifiche per motivi di scrittura, ma ho cercato di rimanere il più possibile aderente al contenuto originale, di mio non ho aggiunto niente.

Spero che questo libricino risulti utile a qualcuno.


Lezioni di Claudio Borghi disponibili su Youtube

Trascrizione quasi letterale delle lezioni di Claudio Borghi


15 marzo 2020

Ugo Cassina

Contrariamente a quello che si pensa, la fisica e la matematica non sono blocchi monolitici, ma sono opera di autori profondamente diversi tra di loro (nello stile, negli interessi, nelle finalità, nella concezione filosofica); così, come in letteratura c'è lo scrittore preferito e lo scrittore odiato, nonostante a scuola si insegni che c'è l'autore principale e l'autore minore, anche in matematica e in fisica si può preferire un autore e detestarne un altro, nonostante esista una classificazione "scolastica".
Secondo la classificazione "scolastica", Ugo Cassina è stato un matematico minore, un allievo acritico di Giuseppe Peano, un manierista fuori dal tempo, e così via.
Io, però, col tempo ho imparato a fregarmene delle classificazioni degli altri e quindi a me Ugo Cassina piace: mi piace come scrive, mi piace quello che scrive, ammiro la sua capacità di inquadrare le cose dal punto di vista storico, apprezzo la sua capacità di sintesi.

Cassina non credeva nella relatività; ovviamente, chi non crede nella relatività è un bifolco ignorante che non capisce niente, dato che la relatività è stata la più grande conquista intellettuale della storia dell'uomo assieme al fuoco e alla ruota. Pazienza. D'altronde, non ci credo nemmeno io.

Articoli di Cassina sulla relatività